Alla base della crisi economica anche la politica monetaria della Fed


30 Luglio 2008 - Il 10 giugno 2008, il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo di Judy Shalton, in cui veniva sottolineato come gli europei siano costretti a sopportare i costi per combattere l’inflazione scatenata dalla politica accondiscendente della Federal Riserve, nei confronti dell’amministrazione Bush.

Gli statunitensi con la svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro, hanno creato una barriera daziale di quasi il 50%.

La debolezza del dollaro, voluta per incentivare l’economia Usa e per cercare di spegnere la crisi dei mutui subprime, ha innescato il caro petrolio, con pesanti conseguenze per le altre economie, a cominciare da quella europea.

Secondo Alberto Clò, presidente del Centro Studi Rie, in un’intervista riportata da Milano Finanza, per ogni incremento di 1 dollaro al barile, c’è un aggravio, a livello mondiale, dei costi per 500 miliardi di dollari.
A fronte di un aumento esponenziale della domanda di petrolio, l’offerta cresce in modo del tutto inadeguata con inevitabile rialzo dei prezzi, il tutto accentuato da tensioni politiche e da speculazioni finanziarie, che esasperano ogni ragione di criticità.

XageneFinanza2008



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