Piano di salvataggio degli Istituti finanziari USA: le ragioni del no al piano Bush da 700 miliardi di dollari


1 Ottobre 2008 - Al Congresso americano, democratici e repubblicani, hanno votato assieme, raggiungendo la maggioranza dei voti e respingendo la proposta di Bush di creare un fondo da 700 miliardi di dollari per il salvataggio degli Istituti finanziari colpiti dal crac dei mutui subprime.

Il Corriere della Sera riporta l’intervista all’economista Jeffrey Milton, che auspica un non intervento dello Stato a sostegno del mercato.

Se permetteranno al mercato di fare il mercato, la crisi verrà superata entro un anno o poco più, e si eviterà una grave fase depressiva.

Per ridare fiducia agli investitori americani e stranieri il Congresso e il governo dovrebbero ridurre l'indebitamento pubblico e i deficit del bilancio e degli scambi. La verità è che il boom dei mutui subprime, il cui crollo ha provocato la stretta creditizia, è colpa dello Stato. Lo Stato ha creato le due agenzie semigovernative Fannie Mae e Freddie Mac che li hanno finanziati e ne ha garantito il debito. Le due agenzie non avrebbero rischiato se non fossero state certe della protezione pubblica, e non avrebbero rischiato nemmeno le banche.

Invece di sperperare 700 miliardi di dollari dei contribuenti, che non c'entrano nulla e che sono le vere vittime di questa crisi, lo Stato dovrebbe liquidare Fannie Mae e Freddie Mac.

XageneFinanza2008



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