19 Dicembre 2013 - L’emendamento di Mucchetti e Matteoli di riforma dell’Opa, che avrebbe imposto l’Offerta pubblica di acquisto sulla totalità delle azioni a carico di chi acquisisce il controllo di fatto di un'azienda quotata, anche senza superare la soglia del 30%, è stata rigettata perchè improponibile per estraneità di materia, essendo stata aggiunta al decreto Salva Roma.
In realtà il decreto Salva Roma era l’ultima chance concessa all’emendamento per essere approvato. Enrico Letta aveva impedito che l’emendamento fosse inserito nel decreto Imu e nella legge di Stabilità.
Letta si era da subito mostrato favorevole all’operazione condotta dalla spagnola Telefonica. E il senatore Mucchetti ha dichiarato di aver appreso che Enrico Letta diede disco verde affinchè Mediobanca, Intesa e Generali vendessero le proprie quote in Telco a Telefonica.
Da Matteo Renzi nessun cenno. Sta dialogando con Berlusconi per il sistema elettorale, e forse è a conoscenza che Telecom Italia è nelle mire di Mediaset.
Non è fuori luogo pensare che userà questo avvenimento per la sua battaglia contro Letta. Ma nel frattempo Telecom Italia verrà ad essere fortemente ridimensionata dagli spagnoli.
La CGIL parla di una prossima fusione di Telecom Italia con Telefonica.
Da Forza Italia e dal Nuovo Centrodestra, nessuna presa di posizione, e questo è particolarmente strano, perché è notorio che i partiti di destra siano fondamentalmente nazionalisti.
In realtà Mediaset, controllata da Fininvest di Berlusconi, è in trattative in Spagna con Telefonica per la WebTV a pagamento. Questo progetto potrebbe estendersi all’Italia se Telefonica dovesse conquistare Telecom Italia.
Se così fosse, il Governo di Enrico Letta starebbe per aiutare Silvio Berlusconi a entrare in modo indiretto in Telecom Italia, utilizzando Internet per la vendita dei propri contenuti. E tutto a danno della maggioranza degli azionisti Telecom Italia.
Se fosse passato l’emendamento Mucchetti-Matteoli, Telefonica sarebbe stata costretta a investire molti miliardi per lanciare l’Opa totalitaria.
La Consob finora è rimasta a guardare. Non è intervenuta sul convertendo che di fatto ha rinsaldato il legame tra Telco, Telefonica e il fondo BlackRock, e non ha sollevato nessun conflitto di interessi.
Tutto sembra contro. Nell’assemblea del 20 di dicembre gli azionisti di minoranza, che hanno chiesto la destituzione del consiglio di amministrazione, erano rappresentati da Fossati con una quota di quasi il 5% e da ASATI, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia.
Una vittoria di Telco-Telefonica dovrebbe comportare la vendita di Tim Brasil, un asset molto remunerativo per Telecom Italia. Questo verrebbe giustificato con la riduzione del debito della compagnia italiana.
Secondo alcuni analisti BlackRock nella votazione del 20 potrebbe astenersi, favorendo in tal modo Telco.
Telco appare essere in vantaggio, grazie, soprattutto a BlackRock. Tuttavia questa potrebbe rivelarsi per gli spagnoli una vittoria di Pirro. Ne è una testimonianza il commento degli analisti di Deutsche Bank: Fossati ha vinto in ogni caso perché è riuscito a mettere a fuoco il conflitto di interessi. Con il voto del 20 di dicembre sta per finire l'era delle scatole cinesi in Italia, non solo per Telecom Italia ma per tutto il sistema. ( Xagene )
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