9 Dicembre 2013 - ASATI, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia, ha inviato un avvertimento a Mediobanca, Banca Intesa, Generali e Unicredit.
Mediobanca, Intesa e Generali sapendo che difficilmente Telefonica eserciterà la call per comprare le azioni residue a 1.1 euro stanno cercando una potenziale alternativa per recuperare risorse a danno delle minorities della società.
In riferimento alle notizie di stampa apparse l’8 di dicembre sul Corriere della Sera circa un coinvolgimento di Prelios su un eventuale riassetto immobiliare di Telecom Italia, qualora rispondessero al vero, ASATI ha precisato quanto segue.
Dal 2000 al 2006 è stato effettuata la più grande dismissione di uno dei più ingenti patrimoni immobiliari del Paese: quello che una volta era della Sip, superiore a oltre 8 milioni di mq. Tra questi, molti furono conferiti a Telecom Italia nel riassetto degli anni ’90 ed erano immobili di pregio dell’ex ASST ( Azienda di Stato dei Servizi Telefonici ) con sedi nei centri storici delle principali città.
La vendita avvenne a prezzo di opifici e dal momento che sono stati rivenduti da Telecom Italia a privati dopo 5 anni non hanno pagato nemmeno le plusvalenze arrecando così un notevole dallo all’Erario Statale.
Le dismissioni successive, operazioni avvenute con potenziali conflitti di interesse tra gli azionisti di controllo, spesso a prezzi notevolmente inferiori al mercato e riaffittate alla stessa Telecom Italia a canoni nettamente superiori al mercato ( 8-9% del valore ) e addirittura in molti casi con assegnazione della manutenzione straordinaria all’ex-proprietario, cioè la Telecom Italia, stanno oggi arrecando notevoli danni al bilancio della Società.
Di quelle dismissioni tutti gli azionisti di minoranza hanno subito forti perdite, basti pensare che la rata annua delle locazioni, come dichiarato dall’allora ex Presidente Galateri nell’assemblea del 14 aprile 2008 su domanda di Asati, era di 400 milioni di euro all’anno a fronte di una dismissione di circa 4.4 miliardi di euro.
Quelle vendite quali benefici hanno portato alla Società, e chi hanno realmente favorito ?
E oggi si vuole ripercorrere la stessa strada ?
Le scatole cartiere create ad arte come Tiglio 1 e Tiglio 2, i cui immobili sono confluiti successivamente in fondi chiusi partecipati anche da Pirelli Real Estate, come Tecla, Cloe, Olinda, Clarice e Berenice, e tante altre sono state utilizzate per gestire passaggi di proprietà e con operazioni successive per potenzialmente svuotare il patrimonio di Telecom Italia, come risulta dai bilanci del 2009-2011.
Tutto ciò premesso e in considerazione che gli azionisti di Prelios sono oggi, l’ex Presidente di Telecom Italia 2001-2006, all’epoca Presidente sia di Pirelli che di Telecom Italia, Intesa, Mediobanca e Generali, ASATI diffida con il Consiglio di Amministrazione a procedere a ogni accordo o iniziativa sul tema degli immobili con la società Prelios.
Il personale attuale della gestione immobili della società non deve essere ulteriormente umiliato ma ha certamente tutte le capacità di gestire, razionalizzare gli spazi ed effettuare la revisione di quei contratti capestro di affitto, rivedere e ricontrattualizzare quei regali sulle manutenzioni straordinarie che devono essere a capo del proprietario e che invece oggi in moltissimi casi sono a capo dell’affittuario cioè della stessa Telecom Italia ex-proprietaria. Quei contratti sono stati basati su accordi per favorire i vecchi amici e basti pensare al mega contratto di Facility Management di oltre 130 milioni di euro l’anno assegnato alla Società MPS ( i cui soci iniziali erano all’assegnazione al 50% Manutencoop e Pirelli ).
Tutte queste operazioni sono state denunciate da ASATI nelle Assemblee degli anni scorsi ma il mistero dell’assenza di un audit sul rapporto Deloitte le fece cadere in prescrizione, le denunce di ASATI alla Procura di Milano vennero vanificate dalle decisioni del famoso CDA del 16 dicembre 2010, dove i 4/5 dei consiglieri erano in quota Telco.
Il potenziale tentativo di creare un fondo, con il possibile coinvolgimento di Prelios, per far confluire tutti gli immobili residui rimasti con operazioni fuori mercato, magari senza cioè gare limpide e trasparenti, non è destinato a passare per l’azione di ASATI.
Ci sono chiari elementi che Prelios sia un soggetto in potenziale conflitto di interesse dato che gli azionisti di Prelios sono gli stessi che hanno la maggioranza in Telco.
Alla luce delle vicende del passato, ASATI ha proposto che il suo Ufficio Studi composto anche da architetti, ingegneri, imprenditori nel campo edile, esperti in impianti di condizionamento e manutenzione, agenti immobiliari, fornisca gratuitamente una consulenza sul riassetto e l’ottimizzazione degli spazi degli edifici e dei terreni oggi ancora di proprietà o in affitto della stessa Telecom Italia, con una valutazione di mercato, al fine anche di stabilire successivamente un confronto obiettivo e trasparente con la controparte individuata.
Fonte: ASATI, 2013
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