6 Gennaio 2008 - Secondo molti analisti i mercati nel 2008 potrebbero essere colpiti da alcune possibilità negative. La prima si chiama recessione: anche se il meglio ormai ce lo siamo lasciati alle spalle, nel 2008 la crescita mondiale sarà più bassa, almeno un punto sotto il 5% del 2007.
Tale valore tiene conto della media tra la crescita ad una cifra nei Paesi sviluppati e quella a due cifre nei Paesi emergenti.
Se negli Usa però si dovessero verificare alcuni trimestri con l'economia in calo allora ci troveremmo in recessione, in presenza di minacce reali come caro petrolio, crisi immobiliare e calo della produttività.
Le principali materie prime sono da tempo ai loro massimi storici, complice la crescente domanda proveniente dai grandi Paesi emergenti.
Mentre finora l'effetto sui prezzi al consumo era insignificante, oggi le giovani economie cominciano a patire la crescita dei prezzi ed il meccanismo che esportava disinflazione nel resto del mondo si è fermato.
La lotta all' inflazione è uno dei cavalli di battaglia dalla Banca centrale europea ( Bce ); alcuni analisti si spingono a prevedere la stagflazione, una frenata economica che non riesce a spegnere l' aumento dei prezzi.
Imprese ed investitori devono tenere conto che la crisi dei mutui subprime ha alterato gli equilibri del mercato, modificando i meccanismi di fiducia che abitualmente regolano i rapporti tra le banche.
Con la crisi di liquidità si alzano i tassi a breve termine e le banche centrali devono immettere denaro nel sistema.
Maurizio Zani - XageneFinanza2008
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