28 Febbraio 2008 - La Federal Reserve si sta apprestando ad effettuare un ulteriore taglio dei tassi americani nella riunione del 18 marzo: è quanto ha lasciato trapelare il presidente Ben Bernanke che, in un’audizione presso la commissione servizi finanziari del Senato, si è reso disponibile ad agire tempestivamente per sostenere la crescita economica.
L’effetto delle parole del presidente della Fed, la Banca centrale americana, ha avuto come conseguenza il balzo record dell’euro, che ha oltrepassato la soglia storica di 1,50 dollari portandosi in serata fino a 1,5143.
L’attenzione si è riversata subito sull’Europa per cercare di individuare le mosse della Bce: le analisi prevedono un livello di tassi più espansivo per Italia e Francia, mentre la Germania vuole resistere alle fluttuazioni del cambio euro-dollaro.
Negli Usa prevale ormai la paura della stagflazione, il connubio tra bassa crescita economica ( stagnazione ) ed alta inflazione.
Lo stesso Bernanke ha ammesso che si stanno intensificando i pericoli di un deterioramento del mercato del lavoro e del mercato immobiliare. Altre nubi nella giornata di mercoledì sono giunte dal livello record raggiunto dal petrolio, che ha toccato i 102,8 dollari il barile: questa volta ad infiammare i prezzi sono state le attese di un taglio della produzione da parte dell’Opec, in seguito rientrate dopo la diffusione del dato settimanale sulle scorte del greggio Usa. Il loro aumento ha raffreddato i prezzi che in serata sono tornati di poco sotto i 100 dollari.
L’apertura della Fed verso un nuovo taglio dei tassi ha spinto ancora in alto il prezzo dell’oro, che a New York ha raggiunto i 967 dollari l’oncia.
Infine, una nota amara di Alberto Bombassei, patron della Grembo, che ha fotografato sinteticamente le difficoltà del made in Italy: ma con l’euro a questi livelli dove possiamo esportare ?
Maurizio Zani - XageneFinanza2008
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