27 Gennaio 2004 - Dietro la strategia d’assalto di Sanofi-Synthelabo nei confronti di Aventis ci potrebbe essere il desiderio del Governo francese di creare un polo farmaceutico nazionale in grado di contrapporsi alle multinazionali anglo-americane del farmaco.
Il Ministro delle Finanze francese, Francis Mer, ha espresso un giudizio positivo sulla fusione.
Di fronte alla riluttanza di Aventis a fondersi , Sanofi-Synthelabo ha preso l’iniziativa.
L’offerta di Sanofi-Syntelabo non è certo allettante per chi detiene le azioni Aventis , ma ha una valenza politica , che potrebbe costringere Aventis a cedere.
Del resto Sanofi-Synthelabo non aveva altra scelta.
Il non rinnovo del patto di sindacato tra Total e L’Oreal a fine 2004 l’avrebbe esposta con buona probabilità ad un take-over.
Il dilemma era : essere preda o cacciatrice. Ha scelto di essere cacciatrice.
Se la fusione andrà in porto nascerà il terzo gruppo farmaceutico a livello mondiale per fatturato ( circa 100 miliardi di dollari ) , seppur fragile nella pipeline.
L’accordo tra le due società porterà ad una forte riduzione del personale.
Si ipotizza che la fusione comporterà una perdita di 10.000 – 12.000 posti di lavoro, pari al 10% della forza lavoro delle due società.
Attualmente Sanofi-Synthelabo ha 32.500 dipendenti, mentre Aventis ne ha 71.000.
Secondo Jean–Francois Dehecq , ceo di Sanofi-Synthelabo, le sinergie attese dalla fusione saranno pari a 1,6 miliardi di euro.
L’approvazione della fusione da parte dell’Antitrust europeo comporterà la vendita di alcuni prodotti nell’Area Trombosi, per evitare situazioni di predominio.
Il Wall Street Journal riporta che Sanofi-Synthelabo venderà Fraxiparina ed Arixtra, e punterà su Lovenox / Clexane. ( Xagena )
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