23 Febbraio 2009 - La crisi dei mercati e dell’economia ha fatto perdere ricchezza per un valore di 40.000 miliardi di dollari.
In poco più di un anno, il valore delle azioni americane si è dimezzato.
Così scrive Francesco Giavazzi in un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera.
Rincuora il fatto che le aziende, seppur azzerate nel loro valore di Borsa, e ridimensionate nel portafoglio ordini, sono ancora presenti, che le case sono ancora lì anche se il mercato immobiliare si è rarefatto.
Questa è una crisi non solo finanziaria, ma di crescita economica troppo veloce. La globalizzazione, iniziata attorno al 1995, ha scardinato le frontiere, come un fiume in piena che esce dagli argini.
Mai il mondo è cresciuto tanto rapidamente come nell’ultimo decennio, favorendo la nascita di nuove economie ( Cina, India, Brasile ).
Ora il problema è come ricondurre la crisi nel suo alveo.
Sicuramente una strada da percorrere è quella di dare fiducia alla ricrescita. E secondo Giavazzi, questa fiducia può venire solo dallo Stato.
Prendendo ad esempio gli Stati Uniti, Giavazzi suggerisce che per far uscire i mercati dal vortice dei sfiducia, il Governo americano dovrebbe garantire tutte le attività finanziarie collegate al mercato immobiliare. Una simile garanzia rialzerebbe immediatamente i prezzi e con essi la ricchezza delle famiglie e risolverebbe anche i problemi delle banche.
Il fallimento di una banca dipende dai prezzi delle attività che hanno in bilancio: se il prezzo di questi titoli è zero c’è il fallimento, ma se il prezzo è ragionevole non si ha fallimento.
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