4 Gennaio 2008 - La crescita del prezzo del petrolio, che ha sfondato quota 100 euro, potrebbe avere gravi ripercussioni sulla crescita economica in Europa. A dirlo è l’Unione Europea.
Anche gli Stati Uniti sono preoccupati per l’aumento dei costi energetici.
La corsa al rialzo del petrolio ha avuto avvio quando sono stati pubblicati i dati riguardo alle riserve strategiche di greggio americane, che sono risultate ridotte di 4 milioni di barili, contro una stima di 840.000.
Le previsioni per i prossimi anni sono all’insegna del pessimismo.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia ( AIE ) prevede una salita del costo del greggio a 150 dollari al barile nel caso in cui lo sviluppo dei Paesi, come la Cina e l’India, si mantenesse elevato.
Per l’Istituto tedesco Diw, il prezzo del petrolio raddoppierà fino a 200 dollari al barile entro 10 anni, e nel breve periodo tenderà ad assestarsi a quota 105 dollari.
Quattro gli elementi che spingono al rialzo il prezzo del petrolio: la grande richiesta di energia da parte dei Paesi in via di sviluppo, la debolezza del dollaro, la prospettiva di un forte declino nell’estrazione di petrolio tra poco meno di 15 anni, e la speculazione che sembra incidere per il 20%.
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